Una notte si allontana dal borgo in cui risiede la sua comunità per vagare per la città...
E ad un tratto, sotto un albero, distingue la figura di una donna nera, febbricitante e confusa, che lo guarda e dice solo una parola: "... Acqua."
Il corpo di Melchor lo riporta indietro nel tempo, ai dieci anni di prigionia passati a remare sulle regie galere. Il corpo di Merlchor ricorda bene cosa sia la sete, le frustate, la fatica.
Obbedendo ad senso profondo di identità, Melchor porta la donna dalle zingare che vivono lì vicino. La fa curare.
Al momento di portarla a casa dalla sua famiglia, non è più tanto sicuro di sè stesso.
Ora è giorno. Forse quella sensazione di identità si è allentata.
Come spieghi alla tua famiglia perchè ti porti a casa una Morena..?
Perciò, nobilmente vestito come sempre, ma impacciato dall'otre con la minestra con tuorli d'uovo attaccata al bastone (dono delle zingare per curare la donna), raggiunge casa e ha la sfortuna di incontrare prima di tutto il genero... un idiota sposato alla figlia solo per rinsaldare un'allenza.
Come se la caverà Melchor ..?
(cit. Ildefonso Falcones, "La regina scalza")
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