Titolo: Torino obiettivo finale
Autore: Rocco Ballacchino
Casa editrice: Fratelli Frilli Editori
Anno: 2016
Trama:
La serenità del commissario Sergio Crema viene nuovamente turbata dall'incontro con il critico cinematografico Mario Bernardini che lo invita a riaprire il caso dell'omicidio di Carmen Mercadante, apparentemente già risolto da alcuni colleghi e dall'onnipresente dottoressa Bonamico, il suo magistrato del cuore. Il poliziotto, spalleggiato dal fidato Quadrini, raccoglie la sfida del critico e inizia la sua personale battaglia per assicurare alla giustizia il vero colpevole di quel delitto, senza immaginare che finirà dentro una storia più grande di lui, in cui quell'omicidio è solo la piccola tessera di un grande puzzle. Mario Bernardini, dopo l'iniziale coinvolgimento in quella vicenda, sarà costretto ad affrontare un subdolo nemico senza volto che lo renderà, per una volta, fragile e indifeso. Mentre Parigi è vittima degli attentati del novembre 2015, anche il commissario Crema dovrà confrontarsi con la ricerca delle radici del male, nel tentativo di comprendere quale sia l'obiettivo finale di chi decide di cambiare la società ignorando le "armi" della democrazia.
Recensione:
Ogni volta che leggo un libro di Rocco Ballacchino, resto spiazzata. E' questo che cerco di far capire quando parlo di questo autore.
Perchè lui fa evolvere i suoi personaggi come persone e questo sorprende.
E' più frequente infatti vedere, nei libri di altri, scatti di carriera dei personaggi, cambiamenti di relazioni, cambiamenti di città... Non qui. I personaggi cambiano, crescono, sono soggetti ad 'adolescenze' persino da adulti, quando si evolvono, mettono gemme, fiori, si slanciano o sono goffi durante le trasformazioni...
A mio avviso questo rende più originale e stimolante la trama.
Il commissario Crema, personaggio a detta dello stesso autore un pò 'anonimo', seppure (aggiungo io) soggetto a sprazzi di personalità che denunciavano la presenza di robuste braci sotto la cenere, nel secondo libro ha messo la quarta e acquistato più attività nelle indagini. Ma è nel terzo libro che la trasformazione è più evidente.
Il personaggio si mette in gioco e ride di sè: è tradizionalmente goloso e con qualche chilo di troppo ma decide di mettersi a dieta.
Questo dà origine ad una buffa concentrazione nel cercare di accaparrare qui e là durante l'indagine qualche passo in più da fare per bruciare calorie, e gli fa guadagnare sfottò dai colleghi e quant'altro.
Mentre questi chili scendono e la verdura tristemente abbonda sulla tavola, le scintille affacciatesi nel primo e secondo libro cominciano a farsi più evidenti.
Per spiegarmi bene devo prima dire che il nostro Crema è sposato e fedele alla moglie Maria.
Dicevo, le scintille sono così forti, forse per la copertura della cenere per lungo tempo, che quasi spiazzano. A farla breve il nostro tranquillo Crema, in questo libro, corre proprio sul filo del precipizio con il suo magistrato del cuore, la dottoressa Bonamico, la sua tentazione di sempre.
Il bel magistrato, il che complica le cose, sembra soffrire della stessa inclinazione.
Come finirà..? Chi lo sa. Nonostante le pressioni dei lettori appassionatesi alle loro schermaglie, l'autore per ora mantiene il mistero... Giusto, viva la suspense. E la libertà di scrittura.
Certo, un pò questo fuoco di Crema spiazza. Del resto il fuoco tenuto a lungo sotto la cenere è un pò esplosivo... Fa il suo corso. E' imperfetto e... Molto umano. Come sempre mi sono abituata a leggere nei personaggi di questo autore.
Uno dei grandi pregi di Rocco Ballacchino è l'andamento classico delle indagini. Lento e deduttivo, senza americanate, molto concreto.
Se posso muovergli un appunto da affezionatissima lettrice, avrei inserito un pizzico di animazione in più durante lo svolgimento dell'indagine. Nulla che pregiudichi il piacere della lettura, ad ogni modo.
Di carne al fuoco ce n'è diversa su cui concentrare lo sguardo.
C'è Parigi e i suoi attentati.
Ecco, parliamo di questo elemento. Il mondo del commissario Crema si apre, in questo libro, è uno degli elementi che ho notato.
Un'apertura al mondo e un affacciarsi di poteri forti.
Questo mondo, dopo gli attentati, ad un tratto si scopre insicuro, precario, vi si affaccia la paura.
Già nel primo libro ho sentito Rocco accennare alla crisi, ora agli attentati di Parigi. Sempre senza toni esagerati, senza un'inutile polemica, una cosa che io apprezzo molto. Crema si tira indietro con tatto di fronte a problemi così grandi.
Piuttosto si rivolge all'indagine da proseguire. In quel suo silenzio, nel suo volgersi all'indagine, io vedo un amore per la concretezza in cui mi ritrovo molto. "Facciamo ciò che davvero possiamo fare per questo mondo"...
Il resto è fuffa.
Giusto. Un atteggiamento purtroppo oggi poco diffuso ma che personalmente io apprezzo molto. Di comizianti o polemici è già pieno il mondo...
E Mario Bernardini..? Il mio adorato critico cinematografico..? In questo libro dà l'avvio alle nuove indagini e poi si ritira per avere un ruolo meno frequente nella storia, preso dalla lotta ad un nemico che lo renderà fragile e gli farà apprezzare maggiormente gli affetti che nel suo caso corrispondono nei fatti alla famiglia Crema.
Devo ammettere che ho un pò sofferto la lontananza di questa figura nel romanzo, questa volta.
Mi rendo conto che io forse vorrei le cose sempre uguali ed è giusto che le situazioni si evolvano. E' certo più originale, meno prevedibile, più creativo... Ma che vi devo dire, al cuor non si comanda.
Di questo libro ci sono altre cose che vorrei citare.
Ho già accennato prima che è evidente una maggiore apertura della storia al mondo. A cercare di coinvolgerne una
fetta più ampia. La citazione della Francia, l'Egitto, grandi famiglie con fantasie di dominio globale... Un nuovo elemento dal vestito elegante che Crema, almeno così ho percepito io, guarda ancora con sospetto invece di fondercisi.
Detto tutto questo, ho dedicato a questo libro tutti i minuti che riuscivo a strappare allo studio. Con costanza indicibile gli ho dedicato tutto il mio (nullo) tempo libero per leggerlo. E lo rifarei ancora. Perchè Crema e Bernardini più che personaggi sono praticamente amici, sono vivi, mi ci sono affezionata. Sono quegli amici di cui devi sapere come va dopo... E dopo. Con cui resti in contatto finchè puoi.
E questo è quanto.
Vi auguro di conoscerli :-)
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