Buon sabato lettori dell'Acquerello e benvenuti alla rubrica del sabato :-)
Anche oggi il fotografo Lorenzo Vian e la scrittrice Anna Fabrello ci regalano una foto e un pensiero poetico.
Scopriamo il regalo del giorno :-)
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Sylvie scomparve la notte in cui una luna calante splendette sul lago di Nevi e ne tagliò le acque calme. Nessuno seppe mai cosa accadde, ma le leggende da quella notte presero a vivere tra gli abitati dei paesi intorno.
Una di queste narra che Sylvie, s’innamorò di Ilyos, un tritone che viveva nei fondali profondi del lago e per poter vivere con lui cercò di attraversare il portale che conduceva al suo mondo marino, l’unica notte in cui questo era aperto: la prima notte di luna calante.
Purtroppo il padre della ragazza seppe del piano della figlia e cercò di fermarla, ma arrivò troppo tardi. Il padre, infatti, raggiunse le sponde del lago un attimo dopo che Sylvie ebbe attraversato il portale creato dalla luna sulla superficie d’acqua e si ritrovò impotente, a osservare la figlia svanire in un altro mondo.
Cadde in ginocchio sulle pietre al limitare del lago, piangendo dolorose lacrime per la perdita dell’adorata figlia.
Le lacrime dell’uomo si mescolarono alle acque del lago e il dolore in esse riversato richiamò l’attenzione della Dea dell’acqua Belisama, che gli comparve innanzi e gli parlò tra lo stormire dei grilli:
«Ti ho ascoltato, uomo, e il tuo dolore provo. Un dono voglio farti anche se Tua figlia non posso ridarti. Un cigno troverai ad aspettarti e finchè lui vedrai, tua figlia sana e salva saprai».
Fu così che dal giorno dopo un bellissimo cigno comparve in quelle acque e da allora tutti i discendenti della famiglia di Sylvie se ne sono presi cura.
La leggenda è volata di bocca in bocca e di secolo in secolo fino a giungere sino a noi. Ancora oggi si vedono bambine, ragazze e adulti che scorgendo il cigno, si avvicinano alle sponde e gli offrono cibo nella speranza che Sylvie continui a vivere felice tra le braccia del suo tritone.
Io seguo le note della vita. Suono ritmi di mare e canti di uccelli, sono il menestrello silenzioso che in giorni di sole ai bordi del mare riproduce note mute, con le dite che sfiorano tasti invisibili. Io sono l’ascoltatore del nulla, il narratore di melodie nascoste. Io porto la voce del mare.
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Io vado matta per questa foto e anche la leggenda scritta da Anna mi affascina molto. Sarà che ho un debole per le storie ambientate negli abissi *_*
E per questo sabato è tutto, con "Scatti di poesia" ci rivediamo al prossimo sabato! :-)
Waaaa! Bella la foto e bella la storia! :D Che meraviglia! :)
RispondiEliminaGrazie mille, contenti che ti piaccia! :D (Lorenzo - fotografo).
EliminaGrazie Francesca ^_^ Questa è la mia foto preferita, e anche la leggenda ^_^
EliminaDavvero un bella storia!!
RispondiEliminagrazie pupa *_*
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