lunedì 28 marzo 2016

Recensione: "I dubbi di Rubatto", di M.G.Dibenedetto


Trama:

Un pazzo omicida semina il terrore nel mondo dell’alta moda e del glamour uccidendo e sfigurando ragazze destinate alle passerelle o alle copertine delle riviste patinate. Una sfida per l’ispettore Rubatto e per i suoi uomini più fidati che si trovano a doversi confrontare con un’inspiegabile crisi del loro capo, proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno. Tra un dubbio e l’altro Rubatto deve fermare la scia di morte e sciogliere un nodo legato alla sua vita privata che rischia di fargli perdere lucidità e di condurlo verso l’abisso.

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Recensione:


Quando ho iniziato a leggere il libro, e mi sono trovata di fronte al caso delle modelle aggredite e sfigurate, ho fatto subito un'ipotesi: chi scioglieva con dell'acido il volto delle modelle doveva essere mandato da una donna.
Una donna che un tempo doveva essere stata bellissima e che poi aveva subìto una ferita profonda nella sua bellezza e che, per questo, nutriva del rancore...
La mia ipotesi era sbagliata.
Le storie possibili sono tante quante sono le persone, dietro al male può esserci di tutto...
Peccato non poter dire cos'ho provato quando ho scoperto cosa c'era, per non rovinare la sorpresa a chi leggerà dopo di me.
Tenevo a dire questa cosa perchè credo che sarebbe un'ipotesi che potrebbero fare altre persone, e volevo far sapere che non è corretta :-)

E poi ho ritrovato l'ispettore Rubatto.
Ero abituata all'ispettore che col giovane agente Aceto era un pò duro , per temprarne lo spirito e farlo crescere nel lavoro.
Ero abituata al suo distacco dalle emozioni degli altri, che sconfinava nella noncuranza perché non ci si poteva immedesimare in tutto il dolore altrui.
Ero abituata al suo appetito guerriero, al suo tatto come un machete.
Un personaggio, insomma, che potrebbe essere scomodo. E invece ha sempre finito per ispirarmi sicurezza, un pò come una calda roccia.
Bè, qui l'ho trovato, sorprendentemente, alle prese con un cambiamento. Come dice il titolo della storia: "I dubbi di Rubatto".
Succede che una vicenda personale, intima, apre una breccia nella roccia che è l'ispettore Rubatto.
Dentro la roccia ho sbirciato, sorpresa, della vulnerabilità venire alla luce. E sentimenti. E bisogno di qualcosa. Persino una stilla di lato infantile. Sì, proprio Rubatto.
La mia roccia ha un pò tremato, l'ho persino vista in confusione. Ma questo, invece che indebolire il mio affetto per il personaggio, l'ha arricchito di un pò di tenerezza.
La verità è che anche le rocce cambiano, Rubatto ha un'età e forse, chissà, si sta affacciando ad un momento nuovo della sua vita...

Quanto agli altri... E' in compagnia della sua squadra. Devo dire che prima ancora di iniziare a leggere il libro sono andata a cercarmi se l'agente Aceto ci fosse ancora :D ... E solo poi ho iniziato a leggere.
A voi non dirò se c'è, per non rovinarvi la sorpresa ma vi dico almeno chi è.
Aceto è un giovane agente, che passerebbe tutto il suo tempo a lavorare, pur di non affrontare i suoi sentimenti, che lo spaventano.
Nel quarto libro, dovendo affrontare un appuntamento con una donna, è preso dall'ansia, un momento tenerissimo e comico a cui ho dedicato la mia rubrica tempo fa.
Inutile dire, ahimè, che io in Aceto mi ci identifico completamente, ragion per cui nella sua ansia mi sono identificata e mi sono fatta delle grasse risate e al contempo mi sono innamorata del personaggio...
Nella squadra troviamo il sovrintendente Stafano,  collega di lunga data di Rubatto. E' rientrato nel quarto libro dopo un periodo di assenza dal lavoro ma per ora il suo ruolo è ancora in sordina...
Diciamo che in questo momento spesso scivola nel sonno perchè ha appena avuto un figlio dalla sua compagna simil giapponese ex proprietaria di un sexy shop e dorme poco la notte.
Personaggio dall'energia calma (probabilmente abile poliziotto, avendo iniziato la serie dal quarto libro mi mancano più informazioni...).
Molto simpatici i momenti in cui limita le esuberanze di Rubatto. In virtù della collaborazione di lunga data, è l'unico che può osare.

Questa è la quinta indagine dell'ispettore Rubatto, se state leggendo la mia recensione in data 28 marzo, sappiate che fino a stasera potete ancora scaricarvi gratis la prima indagine qui.
Con stile essenziale e dritto al punto come personalmente preferisco sia un giallo, scorrevole, con una decisa attenzione alla sfumatura psicologica (particolare che personalmente amo molto), la lettura procede portata da due linee narrative: il caso e la vicenda che mette in crisi Rubatto.
Per quanto riguarda le mie preferenze, già un caso tosto m'invita a procedere nella lettura.
Unita ad una vicenda che mette in crisi un personaggio a cui sono affezionata, ancora di più.
Le due cose insieme portano quindi la lettura in volo fino alla fine.
La particolarità di questa piccola crisi di Rubatto ha aggiunto in me, che già comunque amavo il personaggio, una maggiore simpatia. Sono curiosa di vedere se, nel futuro, di quest'apertura del carattere di Rubatto resterà qualcosa, se da questa vicenda si troverà un pò cambiato.
Ad ogni modo, non si pensi che perchè ho parlato di una breccia, Rubatto smetterà di essere quel che è.
Lui sarà sempre così e sarà sempre ispettore, come possiamo leggere persino quando scrive una lettera molto personale:

"... anche quando sono scontroso e burbero.
... Tuo unico e solo
ispettore Rubatto"

*La presenza, in questo libro, di un elemento che non posso scrivere per non rovinare la sorpresa ai lettori che verranno dopo di me, mi ha reso felice. Perciò con questa lettura barro a ragione la categoria n 40 della Reading Challenge 2016:
Un libro che è garantito che ti renderà felice.



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