venerdì 31 luglio 2015

Perle dai libri: Peter Mayle e la prima esperienza in un ristorante francese...



Oggi, per la rubrica "Perle dai libri", parliamo dello scrittore inglese Peter Mayle e di una citazione tratta dal suo libro "Lezioni di francese. Avventure con coltello forchetta e flute".

Peter Mayle (1939) ha lavorato per molti anni come pubblicitario, prima di darsi alla scrittura di libri educativi per ragazzi. Poi, innamoratosi della Francia e della sua cucina, si trasferisce in Francia con la moglie. La sua patria del cuore gli ispira libri sulla sua vita in Francia e sulla cucina francese. Il primo in particolare, "Un anno in Provenza" (1989) ottiene un grande successo. Nel 2002 è stato nominato Cavaliere della Legion d'onore francese. 

In questo passo, l'autore ci racconta del suo primo incontro con la cucina francese, avvenuto a 19 anni, quando accompagnò il suo capo in un viaggio di lavoro a Parigi... 

Inizialmente ci racconta a cos'era abituato durante i suoi primi anni di vita, alla mensa scolastica dell'Inghilterra postbellica (p. 9) :

... Ho ancora vivo il ricordo della mensa scolastica, dove l'abbinamento delle pietanze pareva rigorosamente regolato in base al colore: grigia la carne, grigie le patate, grigie le verdure, grigio il sapore. All'epoca pensavo che la cosa fosse assolutamente normale...

Per raccontarci poi della sua prima esperienza in un ristorante francese (p. 11) :


... una piccola rivelazione, il pane. Era fragrante, croccante, con una leggera punta di gommosità all'interno. Vi spalmai sopra un poco del burro di un color crema pallido, quasi bianco, che riempiva la terrina posta proprio davanti a me. Una terrina intera. A quei tempi il burro inglese, salatissimo, e di una livida tonalità di giallo, compariva a tavola sempre parsimoniosamente suddiviso in piccoli, avari tocchetti. Al primo boccone di pane e burro francese le mie papille gustative, sopite fino ad allora, si svegliarono di soprassalto...

E poi, la torta di mele (p. 13) :


... Tarte aux pommes [...] A differenza delle torte di mele della mia infanzia, caratterizzate da una spessa crosta in alto e in basso, la torta che avevo ora nel piatto non era sormontata da una crosta ma da un'esposizione di frutta - fettine semitrasparenti di mela, meravigliosamente alternate in strati sovrapposti, luccicanti di glassa e adagiate su un disco di pasta frolla generosa di burro...

Insomma, in quel primo incontro, è amore fra Peter Mayle e la cucina francese. 
Il viaggio di lavoro, invece, non va come previsto. Il giovane Peter aveva una sola responsabilità, tenere d'occhio la preziosissima valigetta del suo capo, Jenkins (p. 13) :

... Dopo i due bicchieri di vino che mi erano stati concessi, ero leggermente brillo e completamente dimentico della responsabilità della preziosissima valigetta di Jenkins. Sicchè al momento di uscire dal ristorante la lasciai sotto il tavolo...

Cuisine Francaise: you win :-)


martedì 28 luglio 2015

Novità: L'acquerello è diventato tappa di Blog Tour!! :-)


L' Aquerello di un attimo inaugura una nuova attività! :-)
Ho infatti dato la mia disponibilità a diventare una TAPPA di un BLOG TOUR, perciò parliamo di cos'è un Blog Tour :-)
Io lo spiego in modo semplice ma sul blog di Isa trovate un post che lo spiega bene :-)

Allora, mettiamo che siete uno scrittore e volete promuovere il vostro libro... Sarete ospiti, a tappe, di una serie di blog e parlerete del vostro libro. Questo è il Blog Tour :-)

La pagina Facebook BLOG TOUR - parti anche tu , a cui ho aderito col mio blog, si occupa di organizzare i Blog Tour :-)

Il primo Blog Tour a cui L'acquerello di un attimo parteciperà andrà dal 27 agosto al 6 settembre (11 tappe, 11 blog... ) e promuoverà il libro di Silvia Marchesini, dal titolo: "Prima del solstizio d'inverno"... Nel blog di Consuelo "The Secret Diary" trovate la recensione :-)

Ogni tappa del tour ospiterà di volta in volta interviste all'autrice, iniziative, tappe dedicate alla descrizione dei personaggi, la descrizione dettagliata del Tour la pubblicherò quando sarà pubblica, per ora:

27/08
28/08
29/08
30/08
31/08 - Noi Acquerello arriviamo qui! :-) Questa è la tappa che ospitiamo noi ed è dedicata ad un personaggio del libro, che si racconterà da noi :-)
01/09 - 
02/09 - 
03/09 - 
04/09 - 
05/09 - 
06/09 - 


Molto emozionata per questa novità! :-) Stay tuned! :-)

domenica 26 luglio 2015

"Pernice siberiana con erbe di tundra e pere caramellate in salsa Armagnac"

Ecco la prima uscita che inaugura la rubrica "Perle dai libri" :-)


La citazione di una ricetta! Enjoy...!


Con una paletta aprii il gozzo ed estrassi qualche generosa manciata di erbe e bacche della tundra che erano rimaste dentro il volatile. Lavai nel lavello le erbe che erano molto simili al timo, e le misi da parte in una ciotola di ceramica. Servivano per il mio piatto di fine autunno: pernice siberiana arrosto con erbe di tundra prese dal gozzo dell'uccello, accompagnata da pere caramellate in salsa Armagnac.
[...] Eviscerai il volatile, lo lavai e lo asciugai accuratamente con la carta da cucina. [...]
I petti carnosi delle pernici si staccarono con due colpi netti di coltello, e misi a rosolare in una padella rovente i pezzi di carne rossa. Pochi minuti dopo spensi la fiamma [...]

(cit. "Amore, cucina e curry" di Richard C. Morais, p. 233-4)

sabato 25 luglio 2015

Recensione: "Amore, cucina e curry" di Richard C. Morais


E anche il terzo libro per la sfida è andato! :-) Come sempre, prima riepilogo la sfida di lettura a tema per l'estate a cui sto partecipando e poi la recensione :-)

La sfida si chiama "Summer Themed Reading Challenge", durerà tutta l'estate, ci sarà un tema di lettura al mese ed è stata lanciata con un evento su Facebook da questi tre blog:


Tra l'altro ve li consiglio se siete in cerca di dritte sui libri da leggere perchè sono molto attivi, con blog, recensioni, rubriche, novità del settore e per l'entusiasmo che trasmettono per la lettura :-)

Ad ogni modo, tornando alla sfida :-) Per questo mese il blog "Leggendo Romance" ha lanciato il tema "Amore", due libri li ho già letti e ora ecco il terzo :-)

Quindi via con la recensione :-)

Autore:                              Richard C. Morais
Titolo:                               Amore, cucina e curry
Casa Editrice:                   Neri Pozza Editore
Anno di pubblicazione:    2010
Pagine:                              274

Trama:

Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Roas a Bombay. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, gli allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. 
E ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando sberle sulla testa degli sciatti camerieri e accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti.
Naturale che quando l'intera famiglia Haji, i sei figli di età compresa tra i cinque e i diciannove anni, il grande Abbas, la nonna vedova, la zia e suo marito, lo zio Mayur, si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumière, nel cuore della Francia, sia proprio lui, Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas.
Peccato che il ristorante abbia di fronte un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, il salice piangente. Peccato poi che la proprietaria del locale, una certa Madame Mallory, sia andata a protestare dal sindaco, sostenendo che un albergo come il suo non può avere dall'altra parte della strada un bistrò indiano che spande la puzza di cibi unti per tutto il vicinato!

Recensione:

"Io, Hassan Haji, secondogenito di sei figli, sono nato sopra il ristorante di mio nonno, in Napean Sea Road..."

Comincia così la storia di Hassan, il piccolo ragazzo indiano che fin da subito sentiamo vicino, che ci parla come un amico. Hassan ama la sua famiglia, di un amore pieno e vibrante, e questo arriva al lettore con la precisione di una freccia d'oro, lanciata dritta nel cuore di chi legge....
Ogni componente della famiglia è descritto con pochi, efficaci tratti, e arriva al lettore. 
Ma la figura che spicca di più è il padre di Hassan, Papa nella loro lingua, Abbas.

Lasciamolo descrivere ad Hassan, in questo affresco diretto, per certi versi impietoso, ma evidentemente pieno d'amore...

"Insomma, Papa era un uomo dai grandi appetiti. Grasso ma alto per essere un indiano, con il suo metro e ottanta, viso paffuto, capelli ricci e folti baffi impomatati. E vestiva sempre in modo tradizionale, con il kurta sopra i pantaloni.
Ma non lo si poteva certo definire un uomo raffinato. 
Come tutti i musulmani, mangiava con le mani, o meglio con la mano destra, tenendo la sinistra appoggiata sulle gambe, Però, invece di portarsi decorosamente il cibo alla bocca, tuffava la testa nel piatto e s'ingozzava di montone unto e di riso come se fosse stato l'ultimo pasto della sua vita. E mentre mangiava, sudava come un caprone e sotto le ascelle gli comparivano chiazze grandi come piatti. Quando infine sollevava la testa dal cibo, aveva uno sguardo vitreo da avvinazzato, e tracce di sugo arancione su mento e guance.
Gli volevo molto bene, anche se devo ammettere che non era un bello spettacolo.
[...] Eppure era impossibile non ammirarlo, per il carisma e la determinazione che si celavano dietro la sua implacabile volontà."

(p. 17)

Dopo l'inizio in India, in seguito ai disordini scoppiati nel paese, la famiglia viaggia in Europa, alla scoperta dei sapori della cucina europea, e infine si stabilisce in Francia, dove aprono un nuovo ristorante... e cominciano i problemi. E decolla la storia.

Di fronte al ristorante indiano sta un ristorante francese stellato, guidato dall'inflessibile Gertrude Mallory, la quale si ritiene depositaria della sofisticata tradizione culinaria francese e non vede di buon occhio nulla dei suoi dirimpettai indiani.
I due ristoranti, schieramenti guidati per l'India da Papa Abbas e per la Francia da Madame Mallory, cominciano a farsi una guerra spietata.

Ma tutto cambia quando una sera Madame Mallory, con il solo scopo di trovare un motivo per inviare loro un ispettore d'igiene o qualsiasi disgrazia possibile, va a cena dai suoi concorrenti indiani......

Madame Mallory inghiottì una forchettata di yogurt, riso, okra e pesce. "L'ispettore sanitario sarà qui a giorni. [...]"
Ma non finì la frase. Guardò verso il piatto e aggrottò la fronte. Prese un'altra forchettata, masticando piano, per lasciare che i sapori le avvolgessero la lingua. [...]
Madame Mallory tremò e scosse la testa incredula.
Prese un'altra forchettata. Ma adesso ogni incertezza, ogni speranza erano svaniti, e lei era rimasta con la terribile verità.
Era lì. Incontrovertibile.
Madame Mallory lasciò cadere la forchetta. "Ah, non, non, non" si lamentò. [...]
"Lui ce l'ha" mormorò "Lui ce l'ha".
"Cosa? Lui ha cosa? Chi ha cosa?"
[...] "Talento." disse con il tovagliolo davanti alla bocca. "Il talento non s'insegna. Quel ragazzetto indiano pelle e ossa possiede quel dono misterioso che capita una sola volta per generazione. Non capisce? E' uno di quei rari chef che sono semplicemente nati così. E' un artista. Un grande artista."

(p. 110-111)

Ed è da quel momento che comincia il cammino del giovane Hassan nel mondo della cucina... un cammino che, come predetto da Madame Mallory, lo porterà lontano.

Tanto per dare un'idea dell'alta ucina in cui Hassan si cimenta, ecco un piatto cucinato in ricordo dell'amico Paul Verdun, un grande Chef, per una cena in suo ricordo, "La Pernice di Paul in gramaglie":

"La Pernice di Paul in gramaglie" - così avevo battezzato il piatto - era il pezzo forte della serata, come scrissero i giornali l'indomani. [...]
Il piatto che aveva reso famoso lo chef Verdun trent'anni prima era la poularde Alexandre Dumas. Paul farciva la cavità del pollo con porri e carote tagliati a julienne, poi incideva chirurgicamente la pelle del volatile per infilarvi con cura delle fettine di tartufo. E quando il pollo arrostiva in forno, il tartufo e il grasso si fondevano e le loro essenze permeavano la carne, lasciando un gusto squisitamente terroso. [...]
Quella sera, per rendere omaggio a Paul, presi le tecniche di base della sua poularde e le applicai alla pernice [...] Al posto dei legùmes alla julienne, per farcire le pernici usai albicocche glassate, e con le fettine di tartufo nero i volatili sembravano vestiti per un funerale vittoriano, da cui il nome. 
Il mio sommelier ebbe l'ispirazione di accompagnarle con un Cotés du Rhone Cuvée Romaine del 1996, un vino rosso che sapeva di cani ansimanti che puntavano la preda nella vegetazione lussureggiante di una caccia estiva...

Ma non sarà solo un cammino nel mondo della cucina bensì nella vita. Fra duro lavoro, amori, grandi dolori, solide amicizie... Un cammino pieno di emozioni. Raccontato in modo semplice e intimo.
Ci si affeziona ad Hassan, il personaggio sembra vero e un amico ed è difficile lasciarlo, alla fine.

E' un romanzo bellissimo e ricco, eppure... vola. Ricco ma narrato in modo leggero per il lettore, per questo scorre in fretta.

Consigliato a chi vuole provare emozioni, a chi ama la propria famiglia, a chi ama la cucina, a chi ama i romanzi belli che scorrono facilmente.

Consigliatissimo. Voto: 8.

Dal libro è stato tratto anche un film: "Madame Mallory e il piccolo chef indiano".

lunedì 13 luglio 2015

Recensione: "Il ristorante dell'amore ritrovato" di Ito Ogawa


E anche il secondo libro è andato :-) Riepilogo un attimo la sfida di lettura a tema per l'estate a cui sto partecipando....
Si chiama "Summer Themed Reading Challenge", durerà tutta l'estate, ci sarà un tema di lettura al mese ed è stata lanciata con un evento su Facebook da questi tre blog:


Per questo mese il blog Leggendo Romance ha lanciato il tema "Amore", e io ho cominciato con un primo libro, e ora anche il secondo è andato ^^.

E ora, la recensione :-)

Allora, il libro è "Il ristorante dell'amore ritrovato", di Ito Ogawa.

Questa è la trama:

Ringo, una ragazza che lavora in un ristorante di Tokyo, rientra una sera a casa con l'intenzione di preparare una cena succulenta per il suo fidanzato col quale convive da un pò. Con suo sommo sgomento però, scopre che l'appartamento è completamente vuoto. Niente televisore, lavatrice, frigorifero, mobile, tende, niente di niente... E, soprattutto, sparito il fidanzato indiano, un ragazzo con la pelle profumata di spezie. 
Lo choc di Ringo è tale che resta impietrita al centro della casa desolatamente vuota, la voce che non le esce più dalla bocca. Decide allora di ritornare al villaggio natio, dove non mette più piede da quando, quindicenne, è partita in cerca di fortuna in un giorno di primavera...
Là, appartata nella quiete dei monti, matura il suo dolore. Una mattina però, osservando il granaio della casa materna, Ringo ha un'idea singolare per tornare pienamente alla vita: aprire un ristorante per non più di una coppia al giorno, con un menu ad hoc, ritagliato sulla fisionomia e i possibili desideri dei clienti.
Ringo sistema il granaio. Pareti tinteggiate d'arancio, posate di epoca vittoriana e di epoca Taish e, nel giro di qualche mese, il Lumachino, così la ragazza battezza il ristorante, apre i battenti.
Vere magìe accadono agli amori dei clienti che hanno mangiato a Il Lumachino, così presto la notizia della magia di questo luogo si diffonde  e tutti vogliono sedersi alla tavola del ristorante dell'amore ritrovato...

E ora la recensione. 

Ito Ogawa ha una scrittura essenziale che fa sì che le vicende i personaggi e i loro sentimenti arrivino con semplicità al lettore e che si abbia l'impressione, qualsiasi sia la vicenda narrata, di una calma chiara e meditativa.

La sua visione dell'amore per i momenti felici è delicata e dolce, simile a quella di un bambino. Sui momenti tristi dell'amore, come la fine del rapporto di Ringo - la protagonista - la conseguente perdita della sua voce... si fanno solo pochi accenni, ma intensi, che bastano per dare profondità al quadro.

Per la maggior parte, il libro è dedicato ai pranzi cucinati per i clienti de il Lumachino, per la magìa che si crea poi nei loro rapporti.
Non c'è da meravigliarsi che si venga a creare una magìa per i piatti cucinati da Ringo, che ha un approccio spirituale al suo lavoro, lo ama profondamente e crede di essere protetta dal Dio della cucina.

Credo che gli esempi siano la cosa migliore, quando si vuol fare capire la suggestione di una scena.
Uno dei piatti che Ringo cucina nella storia, e che mi ha colpito di più, è la crème brulée alla patata dolce viola, nel corso di un pranzo per il primo incontro di una coppia per un possibile matrimonio combinato...

Alla fine, [...] la créme brulée alla patata dolce viola cuoceva nel forno [...] Cosparsi la superficie della créme brulée con lo zucchero di canna, che feci caramellare con l'apposito bruciatore a gas: il dessert era finalmente pronto, croccante in superficie e cremoso all'interno - il colore viola sfumato della patata, sotto lo strato di zucchero lucido come vetro, era dolce solo a guardarlo. [...]
Servii subito la crème brulée, di modo che potessero gustarla ancora calda, e preparai un delicato tè alla rosa.
(p. 86-87)

Il pranzo avrà successo e i due, inizialmente titubanti, saranno ben felici di sposarsi, per magìa de Il Lumachino :-)

Una parte importante del libro è dedicato al tema del rapporto tra Ringo e sua madre. Un rapporto da sempre contrastato che troverà un'evoluzione importante, come pochi autori, credo, siano stati capaci di inventare e di scrivere. Credo che chiunque lo leggesse ne rimarrebbe colpito. E' un passaggio dalla cui potenza, delicatezza, novità, sono rimasta colpita.

E' un libro che consiglio assolutamente, vale davvero la pena.

Voto: 8.


venerdì 10 luglio 2015

Recensione: "Un bacio alla vaniglia" di Donna Kauffman


Eccoci qua :-) Terminato il primo libro con cui partecipo ad una sfida di lettura.
La sfida durerà tutta l'estate, e ci sarà un tema di lettura al mese, ed è stata lanciata con un evento su Facebook da tre blog:
http://leggendoromancebooksblog.blogspot.it/
http://boscodeisognifantastici.blogspot.it/
http://lerecensionidellalibraia.blogspot.it/

:-)

Per questo mese il blog "Leggendo Romance" ha lanciato il tema dell'amore e ho scelto di cominciare con "Un bacio alla vaniglia", di Donna Kauffman.

Allora, ecco la trama:

Da un paio di anni Riley Brown vive una vita tranquilla sull'isola di Sugarberry con il fedele cane Brutus, un lavoro per un'agenzia immobiliare e molto tempo libero da dedicare alla sua passione: la fotografia, in particolare di cibo e dolci. Proprio questa passione l'ha portata a entrare nel "cupcake club", un gruppo di persone tanto affiatato da diventare come una grande famiglia. Tutto bene, quindi, ma Riley sente che alla sua vita manca qualcosa, come un tocco di soffice glassa alla vaniglia su un cupcake. E l'ingrediente magico che aspettava potrebbe essere il famoso - e terribilmente sexy - scrittore Quinn Brannigan che è alla ricerca di un luogo tranquillo dove scrivere il suo nuovo romanzo...

E ora la recensione.

Intanto va detto che questo libro è il secondo di una serie di quattro, io l'ho comprato senza saperlo... e sul libro non c'era scritto. Il primo è "Un amore di cupcake". Gli altri due pare non siano ancora usciti in Italia.
Comunque si può leggere anche senza aver letto il primo. Ogni libro sviluppa le vicende di un personaggio di una cerchia di amici che vivono nella cittadina di Sugarberry, ma ogni libro è sviluppato in modo indipendente.

Detto questo...
Mi aspettavo una commedia brillante che avesse i dolci per sfondo... uno dei miei generi preferiti.
In realtà i cupcake hanno un ruolo molto marginale. L'unica cosa carina, che va detta, è che alla fine del libro ci sono delle ricette dei cupcake citati nella storia :-)

La storia, inaspettatamente, è un continuo rimuginare della bella simpatica e dolce Riley, la protagonista, sulla sua difficoltà di lasciarsi andare all'amore in seguito ad una delusione cocente avuta in passato.
Pagine e pagine sono dedicate al suo rimuginare e questo mi ha reso la lettura un pò pesante... Infatti diversamente dal mio solito sono andata molto a rilento.

Riley incontra Quinn ed è da questa attrazione che nasce il suo turbamento e la sua indecisione. 
Ecco. Da un libro così sarei aspettata una storia d'amore dolce e romantica.
Inaspettatamente di nuovo, mi son trovata in mezzo ad una specie di Harmony, che partiva dalla passione contrastata, crescente e tormentata, per arrivare ad uno sfogo che dire "da ricci" è poco.
Acrobati del materasso..? Neanche.
"Tigri del materasso", ecco. Si addice di più.
Insomma, somigliava molto ad un Harmony.

Parlando invece di cose che convincono, di questa storia, c'è la parte dedicata al racconto della storia d'amore passata che ha fatto soffrire Riley.
Quello sì convincente, molto semplice, vera. Ci si può identificare in quella storia consolidata finita male, nella sofferenza che ne segue. Sono cose che nella vita, purtroppo, capitano.

Abbastanza carino anche il gruppo di amici, "il club dei cupcake", che si dedicano ad imparare a fare i cupcake nella pasticceria di Sugarberry (soggetto del primo romanzo della serie, tra l'altro).
Complici e simpatici.

La stessa protagonista, nonostante la sua stracelebrata bellezza procace ma ovviamente dolcissima, dolcissima ma ovviamente talmente provocante che-che-te-lo-dico-a-fare (proprio stampo da Harmony, insomma), nonostante il suo pensare troppo, nonostante, insomma, tutto l'impegno che l'autrice c'ha messo per ucciderla... riesce simpatica.

Per concludere... credo che niente sia male in generale se è quello che si cerca.
Cercate una sorta di Harmony..? Una grande passione? Avete bisogno di guardare dentro la vostra testa perchè siete confusi in amore... O magari siete alla ricerca di un libro rassicurante, semplicemente, dove i due protagonisti s'innamorano follemente e in una cittadina in cui tutti si vogliono bene...
Bè, e allora è un libro che va bene.
Tutto dipende da cosa si cerca.

Per quanto riguarda me, non amo leggere con difficoltà, una storia che procede in modo pesante. 
Amo la dolcezza... ma la melassa è un tantino troppo per me...
E nemmeno il genere Harmony fa per me. 

Ma ripeto, nonostante tutto l'impegno che l'autrice c'ha messo per ucciderli, saluto comunque i personaggi di questa storia con simpatia :-)

Voto: 6

domenica 5 luglio 2015

Recensione: "Caffè con panna" di Leah Stewart


Gran delusione per "Caffè con panna" di Leah Stewart. Tanto per cominciare, mentre il titolo prometteva che fosse una commedia che aveva a che fare col cibo... non era così. Per essere precisi poi, il caffè con panna ha un ruolo minimo, nella storia, forse compare una volta, e non gli viene nemmeno data tanta importanza.

Ad ogni modo, la trama:
La vita di Cameron potrebbe stare tutta in una scatola di cartone. L'infanzia trascorsa spostandosi da una città all'altra le ha insegnato a non mettere radici. Ora, a trent'anni scarsi, l'unica persona con cui festeggiare San Valentino è Oliver, il suo ultranovantenne datore di lavoro con cui condivide l'appartamento e che ama come fosse un padre. Certo pranzare tutti i giorni con tramezzini al formaggio non è il massimo, ma fa parte di una routine che per Cameron ha il fascino di una vita serena e senza intoppi.
Fino a quando Oliver non le porge una lettera che porta la firma di Sonia, l'amica da cui, quindici anni prima, aveva creduto di non potersi separare mai. Pomeriggi sul divano a rivedere per la centesima volta Dirty Dancing, notti intere trascorse a confidarsi i più intimi segreti... Poi un furioso litigio le aveva divise e da allora non avevano più saputo nulla l'una dell'altra.
Sono passati otto anni ormai, ma Cameron non ha la minima intenzione di riallacciare i rapporti. Se non fosse per un misterioso pacchetto che Oliver le chiede di recapitare di persona a Sonia.
Intraprende così un viaggio che la riporterà indietro, tra ricordi che riaffiorano ed emozioni mai dimenticate. Un viaggio pieno di sorprese e di incontri inattesi, alla scoperta dell'amore, dell'amicizia, e soprattutto, di sè stessa.


Che dire... mi spiace dirlo, ma veramente insalvabile. La protagonista, Cameron, vive questa vita tranquilla col suo datore di lavoro 92 enne... Datore di lavoro significa che fa la badante, in soldoni.
Questo Oliver è un brav'uomo, l'adora. La prima parte, della convivenza con Oliver, della vita tranquilla con quest'uomo che le fa un pò da padre, è la più carina.
Poi viene quello che dovrebbe essere il pezzo forte del romanzo.
Cameron che s'incammina in questo viaggio "pieno di sorprese e incontri inattesi".........................
Mm, sinceramente a me non sembra che succeda un bel nulla in questo viaggio.
Fa un lungo viaggio che è semplicemente lungo..........
Poi sì d'accordo fa un incontro... un suo amore di gioventù. Ma "pieno di sorprese"..... mi sembra esagerato da dire. Credo che chiunque indovinerebbe come va a finire.
E questa grande amicizia rotta per misteriosi motivi, da cui quasi mi aspettavo uno sviluppo pieno di emozioni per il lettore........
Mah, basti dire che quando arriva a casa sua, non la trova neanche, questa sua amica Sonia. Sonia ha tipo tagliato la corda dall'incontro cruciale.
........... Eh?
Così gira e rigira Cameron la cerca per un pò, riflette sul passato, ci racconta la sua storia.
Tutta strana.
Per dire.
Cameron aveva i genitori che la maltrattavano.
Oh, ma non le hanno mica mai fatto del male... (!)
Sì a volte si tiravano i piatti, a volte erano molto strani ma alla fine dei conti..........
Oh, non le hanno mica mai fatto mancare niente.......... (!)
E Sonia, la famosa amica.
Sonia aveva una madre che era un incubo, ci si perde a raccontare quanto incubo fosse questa donna.
..... Ma sfugge cosa c'entri con lo sviluppo della storia.
Dopo tanto tribolare a cercare questa Sonia, le due finalmente s'incontrano. Si scopre il motivo per cui avevano rotto quest'amicizia. Forse è l'unico momento abbastanza interessante. Perciò almeno quello non lo svelo.
Le due parlano, si raccontano, si chiariscono.
E poi..?
E poi finisce, no? Basta.
Dopo un lungo, lunghissimo tratto, praticamente da quando Cameron si mette in viaggio, in cui ti annoi a leggere. O speri che succeda qualcosa per cui il romanzo si rovescia e diventa bellissimo.
Magari, e parlo per me, si parla finalmente di cucina.
Mai.
Bene.
Per dire, il caffè con panna, che attraeva e poteva far credere ad un commedia sui dolci...
In realtà il nesso è che Oliver, il datore di lavoro di Cameron, prendeva sempre il caffè con due cucchiaini di panna. Quindi ciò che dà il titolo al romanzo è una cosa che viene tipo nominata due volte nelle prima venti pagine della storia e non ha nessun nesso col resto.
Alla fine l'unica cosa che resta è il sollievo che sia finito.

Voto: 5