venerdì 15 gennaio 2016

Recensione: "Il postino di Superga", di M.Tallone e B.Carillo

(Ho scelto questo libro per la Reading Challenge 2016, per la voce dell'elenco "Un libro che fa parte della tua libreria"... Uno in meno, e con questo siamo a meno quattro... !!! :D)


Autori: Massimo Tallone e Biagio Carillo
Titolo: Il postino di Superga
Anno: 2015
Pagine: 270
Editore: Edizioni del Capricorno

Trama:

La storia è quella di Lola, giovane donna che dopo sei anni di galera esce e cerca di rifarsi una vita aprendo un ristorante con camere nella periferia nord della città. Intorno a lei, ape regina, bella e determinata, si consolida uno strano ménage a quattro, con tre uomini che, sebbene insieme non ne facciano uno, le danno tutto ciò che cerca: sesso, denaro, tenerezza. Un meccanismo perfetto, in cui ogni ingranaggio gira silenzioso e senza scosse, nel cono d’ombra che sfuma i contorni della legalità. 
Ma ecco che, una notte, Giuseppe, un cliente assiduo della locanda, mite postino privato di un vecchio marchese eccentrico, s’impicca al termosifone della camera di Tanya, scintillante clandestina bielorussa, cameriera e accompagnatrice particolare per i clienti speciali. Da lì in poi tutto precipita, fino alla notte fatale, di violenza assoluta, in cui molto sangue resterà sul terreno.

Recensione:

"Il postino di Superga" ha una bella storia. E' uscito in edicola con La Stampa il 17 luglio del 2015 ed è andato esaurito in dieci giorni, vendendo ben 6.500 copie.
La mia recensione cade vicino al periodo della ristampa. Per la fine di febbraio sono previste infatti la ristampa de "Il postino di Superga" e l'uscita del sequel, che avrà sempre per autori Massimo Tallone e Biagio Carillo e s'intitolerà "La riva destra della Dora". Entrambi, questa volta, saranno disponibili in libreria.
L'opera è nata da un'intenzione particolare degli autori, lo scrittore Massimo Tallone e il criminologo Biagio Carillo: creare un giallo che unisse ai canoni tradizionali della suspense la realtà delle moderne tecniche investigative.
Su questo aspetto tornerò dopo, vediamo ora quali personaggi ci fa conoscere la storia.

Lola è un'ex galeotta, una dura.
Al Covo, una locanda sperduta tra i pioppi su verso San Mauro, ha riunito una banda fatta di quattro originali elementi.
C'è il massiccio Sandiego, con le braccia avvolte dai tatuaggi delle spire di due serpenti.
C'è Raffaele, il bello con il gessato maestro nell'arte di fottere il prossimo.
C'è Bakko, dal nome del suo idolo giovanile, Bakunin, un povero ragazzo schiacchiato dall'abitudine di pensare sempre, che Lola ha ripescato dalla sua vita da clochard.
Infine, c'è Tanya, bellissima, bionda e russa.
La locanda è un'attività di copertura, che cela traffici che vanno dalla truffa alla fine  fornitura di erotismo bielorusso.
L'attività fila bene finchè un cliente abituale, il mite postino Giuseppe, ha la triste idea di suicidarsi in una stanza della locanda.
Il ritrovamento del suo cadavere da parte delle autorità potrebbe portare a delle indagini sul Covo, e quindi a far saltare la copertura delle attività della banda.

Giuseppe non era proprio un vero postino. Lo chiamavano così perchè era alle dipendenze di un marchese stravagante che preferiva recapitare le sue lettere affidandole a lui.
La comune conoscenza del postino porterà il marchese ad entrare in contatto con il Covo, e il lettore a scoprire cosa tormentava il postino negli ultimi tempi della sua vita.
Nella residenza in collina del marchese verranno alla luce le vicende di un altro filone di attività illecite, punteggiate dalla figura dell'eccentrico marchese, dal suo azzimato e misterioso segretario, Rinaldo, e di cattivi simili a maschere grottesche.
A differenza del Covo, delle cui attività si parla apertamente, in questo luogo l'illecito si muove celato dalla nobile residenza del marchese, creando nel lettore una maggiore inquietudine.
La tensione narrativa crescente sfocerà in un bagno di sangue che ha quasi il sapore di una terribile punizione divina dei peccati delle persone coinvolte.

Come Lola è una dura, portata all'azione pura, sfrondata dell'ostacolo dei sentimenti, allo stesso modo è la scrittura con cui è narrata la vicenda. Diretta, secca, veicolo di tensione costante, con l'aggiunta di tanto in tanto, durante le scene clou, dell'effetto di un pugno nello stomaco. Una storia tosta come Lola insomma, e per me apprezzabilissima.
L'esperimento di inserire l'aderenza alla realtà delle moderne tecniche investigative, è affidato qui a Lola, che si è data a questi studi durante il suo periodo in carcere, e che espone le sue considerazioni quando si trova di fronte ad un problema o a come verrebbe gestito il caso ad un processo.
L'impressione che questo mi ha lasciato è di qualcosa di nuovo, acuto, e che aumentava il senso di realtà della vicenda. Qualcosa di diverso dal solito, sicuramente da provare.

Quello che non capirò mai è perchè ai duri o ai delinquenti di una storia ci si affezioni.
Lola è una dura, non ha morbidezze, anche se certo ha dei sentimenti e delle sue vulnerabilità, eppure provo per lei il caldo affetto che si può provare per un'amica. Mi sono affezionata anche agli altri se è per questo (e purtroppo non posso dire altro per non svelare troppo della storia).

Vi lascio con una delle frasi immortali di Lola:

... Raffaele, l'unico posto che valga la pena frequentare, di questi tempi, è la galera. Soltanto lì dentro s'imparano le cose che servono, come i decaloghi, per esempio... 
In galera ho imparato tutto quello che serve per sopravvivere nel vero inferno, che è questo, qui fuori. Questo qui, dove siamo adesso, questa è la vera prigione, non il carcere. Qui, nel mondo libero, si gioca tutti contro tutti e l'unica regola è divorarsi gli uni con gli altri. L'avevo già capito che la vita era tutta merda, a partire da mio padre. Ma là dentro ho trovato le conferme. In galera ho imparato alcune regole e mi sono piaciute. Dopo, quando sono uscita, ero in grado di misurare le differenze. E perciò ho deciso che non volevo stare al gioco, non volevo sottostare alle regole che offre la legalità, buone per i pirana. Ho messo su la nostra cricca proprio per stare lontano da tutta quella merda. Agiamo e rischiamo in proprio, noi cinque, e non abbiamo bisogno di nessuno. Certo, voi siete stupidi, ma per fortuna ci sono io. E il nostro suono, insieme, è pulito come quello delle bici che abbiamo superato prima...

2 commenti:

  1. eccoci! Caspita bello forte questo libro, non credo di esserci ancora arrivata ma piano piano chissà
    Comunque meno 4, e anche io sono a 4 con la recensione che ho pubblicato ora, romanzo ambientato nello stesso stato del lettore. Stiamo andando di pari passo XD

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  2. Ti dirò, era tosto anche per me che sono abituata! Però bellissimo :-) Urca, ci talloniamo, ricordati di taggarmi sempre :-) Comunque vengo a vedere ^^

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