mercoledì 9 dicembre 2015

Recensione: "Il Viaggio", di F. Riscaio

 

Titolo:           “Il Viaggio. Volume I” (Memorie di Nael)
Autore:         Francesca Riscaio
Editore:        Autopubblicato
Genere:         Fantasy
Anno:             2015
N. Pagine:     544
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Trama:


Alla fine della Quarta Era di Nael, un gruppo di cavalieri di Sar, ultimi discendenti del popolo degli Astani,  si imbatte, suo malgrado, in un antico manufatto dal sorprendente potere, fuso con il braccio di una giovane donna senza memoria. L’evento determina una catena di avvenimenti che sconvolgerà per sempre le loro esistenze, minando la stabilità dei regni delle Terre Continentali: il destino dei mortali verrà ancora influenzato dal fato di esseri e razze le cui tracce sono perse nella notte dei tempi. Così inizia il viaggio degli ignari protagonisti di un disegno generatosi dal più improbabile degli incontri: un Aran Gan Har che sfugge le sue genti, un condottiero traditore di Sar, un Selnita reietto dell’Esercito della Notte Perenne si muoveranno alla ricerca della Portatrice, nel disperato tentativo di salvarla dal potere della reliquia di cui è prigioniera e di sottrarla alle trame dell’Imperatore della Luce e del Cerchio dei Maghi, mentre il Dio dimenticato della Tenebra e del Fuoco compie la sua vendetta.
Recensione:

Il primo incontro e lo stile

L'incontro con questo libro è stato uno di quei momenti magici che ogni tanto il destino ci riserva.
Era un pomeriggio qualunque e ho ricevuto un'e-mail dall'autrice, Francesca Riscaio.
Mentre leggevo, mi hanno incuriosito due cose.
La prima è stata l'italiano formale, eccellente, dell'e-mail. La seconda è stata l'uso di una similitudine poetica nelle note biografiche (chi mette poesia nelle note autobiografiche??)

"... nella scrittura mi sono rifugiata per non inaridirmi nel tempo in cui ho vissuto come cemento fra i mattoni."

Molto bella, poi.
Così mi aveva incuriosito e avevo iniziato a leggere il primo capitolo del libro.
Sarò sincera. Nelle prime righe avevo notato un'espressione che non mi era piaciuta. 
Da allora, ogni volta che consiglio il libro di Francesca (credetemi, lo faccio di continuo) dico:
"Se vedi una riga che non ti convince nella prima pagina, ignorala. Tu non hai neanche idea di quello che c'è dopo. Credimi, ti resterà nel cuore."

Lo stile di Francesca, infatti, è fatto di un ottimo italiano, raffinato ma con misura. A volte poetico. Chiaro. Essenziale e leggero. 
Voglio farvi leggere un passo del libro per farvi capire. E' il momento della storia in cui si parla dei monti rosa, gli Opalch Vet:

"Gli Opalch Vet erano sul serio rosa: all'inizio del giorno, quando l'alba, con dita affusolate di sole, suonava sul mondo la sua sinfonia, essi assumevano i luminosi e brillanti colori delle rose canine, offrendo uno spettacolo unico e meraviglioso. La leggenda narrava che fosse stato Elon stesso, grazie al potere della luce, insieme ai suoi figli, a dipingere le vette degli Opalch Vet in onore di Amèl, in un tempo in cui il Dio della Luce e dell'Aria non aveva perso interesse per Nael e ciò che essa era."

Il viaggio e la portatrice

Un gruppo di cavalieri del regno di Sar in ricognizione, rinviene sulla riva di un fiume una giovane priva di sensi. La donna porta al braccio un misterioso bracciale di metallo, probabilmente magico, fuso con la carne. 
E se fosse una superstite dell'Ordine delle Sacerdotesse guerriere, bandito da secoli..?
L'Imperatore richiederebbe che la portatrice dell'artefatto gli venisse consegnata.
Il ritrovamento della donna darà così inizio al viaggio per consegnarla all'Imperatore.

Qual è il mondo in cui approda la portatrice..?
Potremmo tratteggiarlo con tre dei personaggi.
L'Aran Gan Har, grande lupo antropomorfo, in fuga dalla sua gente (ridotta ormai a pochi superstiti di un passato leggendario), e dal dolore del suo passato.
Sion, alla guida delle milizie di Sar. Votato al benessere del suo popolo, ottenuto al caro prezzo di un trattato con l'Imperatore, ha ormai perso di vista quanto questo prezzo sia diventato alto e inaccettabile.
E infine l'Imperatore, un uomo crudele.
E' un mondo, quello in cui approda la portatrice, in cui il passato mitico è stato accantonato, la speranza sta morendo e vi regna un sovrano crudele.

La giovane trovata dai cavalieri è priva di sensi. Al suo risveglio, si scopre che questa donna non ricorda nulla di sè stessa, nè della sua vita, tantomeno sa cosa sia l'artefatto che porta al braccio.
Diviene presto evidente che la giovane è una persona buona. Altrettanto presto diventa evidente che l'artefatto ha una natura oscura.
Questa donna suscita compassione nel lettore. Non si capisce perchè proprio ad una persona così buona sia capitata una sorte del genere.
Con l'Aran Gan Har, il lupo, nasce una solida e calda amicizia. E' lui ad assegnare un nome alla nostra protagonista: Naalna.
Il fatto che Naalna sia priva di memoria ha due conseguenze: vive nel presente e non rispetta convenzioni sociali.
Il confronto con lei ha per i personaggi un forte impatto. 
Sion, per esempio. Naalna è una persona che lo guarda ora. Ora vede ciò che è diventato, la vita che sta facendo fare al suo regno. Di fronte a Naalna il presente non può essere giustificato come il risultato di una catena di eventi.
E' come trovarsi di fronte allo specchio e con questa visione bisogna fare i conti.
Quale scelta prenderanno i personaggi della storia di fronte ad un'innocente a cui è toccata una sorte così dura..?
Si può dire che questo libro racconti di questo confronto e il nuovo assetto che la realtà prende in seguito.
Il fatto che Naalna non rispetti convenzioni sociali poi, fa sì che possano nascere vicinanze altrimenti imprevedibili, nuove alleanze dettate dai sentimenti.
Dell'artefatto poi, il curioso bracciale di metallo che Naalna porta fuso con la carne del suo braccio, devo dire che fino a quando non è stato svelato, non avevo intuito cosa fosse e persino quando l'ho saputo l'ho trovato per nulla prevedibile, anzi proprio nuovo, e affascinante.

Nael

Oltre ad una vicenda umana molto ricca, la storia è immersa in un ambiente curato in tutti i suoi aspetti.
Nael è una terra la cui natura è descritta con dovizia di particolari. Ha una sua geografia precisa.
E' una terra che ha una storia, i suoi miti. Ha la sua spiritualità. Ha avuto le sue guerre. 
E' un mondo fantastico che è stato costruito accuratamente e in modo credibile e apprezzabile.
Un'altra cosa credo che caratterizzi Nael in particolare.
Quando il male vi compare, sono parti molto dure.
Per quanto riguarda me, vedere una credibile, decisa sfumatura nera in un fantasy è una cosa che ho molto apprezzato.
Certo fantasy mi ricorda la letteratura per ragazzi (e non mi piace). Si può dire, invece, che questo sia un fantasy per adulti.

Conclusioni

L'unico appunto che mi sento di fare riguarda la perdita di tensione in alcuni punti. Forse, a causa di parti descrittive che avrebbero potuto essere limate, a volte la lettura rallentava. 
Ma questo può capitare in qualsiasi libro. Ritengo che per un'opera di esordio, avere solo questo appunto da fare sia praticamente oro.

Passiamo ad una parte più personale. Io mi sono affezionata a Naalna, a Sion, all'Aran Gan Har, al punto che separarmene è stato un dispiacere. Più che un dispiacere. Ho avuto la bislacca tentazione, a cinquanta pagine dalla fine, di non finirlo per non farlo finire. 
Quello del viaggio è un mondo che si avvia a rinnovarsi, un mondo in cui è bello rifugiarsi, dove c'è sincerità e amore e ideali che vale la pena difendere.
Io non credo che l'originalità esista, credo che quando creiamo diamo semplicemente un nostro ordine a ciò che esiste già, e che in qualcosa ci ripeteremo sempre, rispetto a chi ci ha preceduto.
Eppure, ho l'impressione che il viaggio sia davvero un pò nuovo.
Già mi mancano i protagonisti di questa storia. Penso che lo rileggerò presto. E spero che non passi tanto tempo prima dell'uscita del secondo volume de "Il viaggio".

6 commenti:

  1. Uau! Che bella storia e che bella recensione!
    Capisco sia l'affetto per i personaggi che la meraviglia di quanto hai citato: mi sembra quasi di dover ringraziare gli Dei per quel dono, colorato e sensazionale, che sono capaci di creare nel realizzare un'opera naturale, con sfumature ed emozioni così percepibili e visibili. Sì, è quello ciò che ho sentito: mi è parso di vedere quella maestosità annunciata, e stupirmene.. tanta è la bellezza di quelle vette rosa. *___*
    Amo il fantasy, anche se i nomi dei personaggi sono impronunciabili XD e questo ha tutte le carte in regola per affascinarmi e coinvolgermi.. finisce in whislist: sappilo! :)

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    1. Grazie Isa :) Sono felice di essere riuscita a trasmettere cosa questo libro è stato per me. A volte le emozioni restano dentro e non è facile metterle come si vorrebbe per iscritto, mi fa piacere se dici che ci sono riuscita! :) Hai capito proprio cosa volevo trasmettere con quell'immagine, tra l'altro. Ti auguro una buona lettura e, quando lo avrai letto, sarò molto curiosa di leggere il tuo parere :) Parentesi sui nomi, per fortuna qui non sono tanto difficili e con l'affetto che i personaggi ispirano, finisci per ricordarteli facilmente :) Mentre esistono dei fantasy veramente assurdi da questo punto di vista :/

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  2. Buongiorno!
    Un tag che ho inventato io per te !
    https://raccontidalpassato.wordpress.com/2015/12/10/love-winter-tag/

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    1. Wow!! Giusto bene tra l'altro oggi ho l'influenza così ho qualcosa di bello da fare *_* Mi dedicherò ai due tag a cui mi hai invitato di recente... Bacione

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  3. Non vedo l'ora di iniziarlo anch'io!

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    1. Così quando lo inizierai potremo confrontarci :) E poi pensa, il primo fantasy di cui potremo parlare insieme XD E' proprio magìa questo libro! XD :D

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