lunedì 20 giugno 2016

Recensione: "Atlad", di A. Lo Curto

Questa recensione è relativa ad una storia 
(che io ho potuto leggere per intero)
in corso di pubblicazione su un blog, a questo indirizzo 


Trama:

Qualche giorno prima di Natale, una ragazza viene rapita durante una rapina a un bar. Al suo risveglio, si troverà in mezzo a un deserto e senza la possibilità di tornare a casa. Dovrà quindi abituarsi a vivere in un mondo che non è il suo e che possiede regole diverse da quelle a cui è abituata.

Recensione:


Quando ho iniziato a leggere Atlad, non l'ho fatto per passione per il genere.
Per essere sinceri, il fantasy non mi piace. Per dirla tutta, ho anche notevoli problemi tecnici a leggerlo quindi mi costa fatica e questo diminuisce ancora di più il mio gradimento di questo genere.
Ho iniziato Atlad perchè considero Alessia una mia cara amica ed ero curiosa di lei, volevo conoscerla meglio.
L'ultima cosa che pensavo era che, iniziando a leggere, fossi acchiappata fin dalle prime pagine dalla piccola (concedetemelo, ha 20 anni meno di me...) Miriam, la protagonista. Una piccola persona (una sedicenne) così rara.
Nelle prime pagine, quando nella narrazione ci troviamo ancora nel nostro mondo, Miriam risulta in parte assente. 
Un pò come siamo noi tutti in questo mondo... Eppure c'è qualcosa di diverso in lei che mi ha attratto subito. 
Credo sia stato quel suo osservare gli altri, quella stilla di consapevolezza in più, rara rispetto agli altri. 
Miriam ha appena fatto acquisti per i regali di Natale e si trova al tavolo di un bar per bere una cioccolata calda quando un furgone nero si ferma nella strada.
Ed è subito un senso di allarme. Ne scendono degli uomini armati che entrano nel bar.
E Miriam fa qualcos'altro di diverso rispetto agli altri. Scivola sotto il tavolo e tenta di chiedere aiuto, scrivendo un messaggio col cellulare al padre.
Sulle prime non capivo perchè questa reazione mi sorprendesse. Forse non l'ho riconosciuta perchè in quel momento era solo un piccolo seme. Miriam reagisce. Di più, quel semino è della pianta della capacità di attaccare l'altro.
E' una personcina piccola, ma ha carattere. 
Pare sia per questo, o per qualche altro motivo misterioso, che questi uomini armati non prendono i codardi che ci sono nel bar, prendono lei.
Quella piccola grinta, quell'indipendenza, conquistano subito.
E' un pò il fascino che ti nasce dentro per le persone che sono indipendenti, che sanno occuparsi degli altri, che possono essere dei leader.
Molto della storia successiva c'è già in quel semino.
E allo stesso tempo... Resta una ragazzina, una bambina irresistibile che non appena scopre di avere il potere della folgore imita una guerriera sailor, scatenando in me un moto irresistibile di tenerezza e in Stein una risata irrefrenabile:

Miriam rise. Sentì l'elettricità nell'aria, i capelli caricarsi di energia elettrostatica... [...]
Girò il volto per guardare Stein sorridendo.

"Scusa, ma voglio farlo, devo farlo. Tanto non rischio di fare male a nessuno, no?" [...]

Superò l'uomo in modo da averlo alle spalle e aprì le braccia.
Immediatamente le incrociò davanti a sè, con le mani chiuse a pugno vicino al viso e con il mignolo e l'indice tesi verso l'alto. Respirò a fondo e disse: "Giove, vieni in mio soccorso, scatena una tempesta e dammi tutta la forza prorompente del fulmine. Fulmine, azione!" e allargò le braccia all'improvviso, come per accogliere quel singolo fulmine che cadde dal cielo. Qualche piccolo lampo si staccò da quello principale colpendo qualche colonna che si illuminò per un attimo di blu come se avesse dei led attaccati e si spense subito.
Stein rimase spiazzato per pochi secondi, cercò di trattenersi, ma scoppiò a ridere sguaiatamente poco dopo...

Insomma, Miriam dal rapimento si risveglia in un altro mondo, nella terra di Atlad, nel deserto. Con questi uomini che hanno delle mire ancora non chiare. Sembra rapiscano la gente dal nostro mondo per un motivo.
Fatto sta che come esistono i cattivi, esistono anche i buoni e Stein fa il suo ingresso nella storia salvando Miriam...
Stein, un buon soldato, originario del nostro mondo. Un personaggio di cui è impossibile non innamorarsi, lo amano tutti.
Come ho accennato, in questo mondo c'è la magia. E ci sono buoni e cattivi e la danza fra le due parti è cominciata, c'è da vedere dove finirà, vi auguro di scoprirlo.

Miriam è anche una ragazza che ama come un adulto. Con un sentimento verso un compagno che... vabbè, non voglio dire troppo.

Mi è piaciuta molto l'ambientazione nel deserto, con questa idea degli oggetti che arrivavano dal nostro mondo scambiati come interessanti rarità (computer e simili). Fantasy sci fi, si chiama. L'ho imparato qui. 
La mia ignoranza totale nel fantasy faceva sì che non ne avessi assolutamente idea.

Mi è piaciuto molto anche una certa durezza di fondo, che c'è in Atlad. In Atlad si muore e basta, quando si combatte.
E si muore anche se sono personaggi cari, niente morbidezze che sanno di finto, cosa che ho molto apprezzato.
Atlad è una storia secca, come il deserto che è una terra difficile.

Di solito con i gialli, il mio genere preferito, per decidere se mi è piaciuto uso questo criterio: Quando ho iniziato la lettura, l'ho proseguita in ogni momento libero..?
Con Atlad è stato così, ed è la prima volta che mi capita con un fantasy.

Come ho già detto ad Alessia, la seconda parte è in stato di bozza più evidentemente della prima.
Ma questo non ne pregiudica il gradimento perchè la storia ha uno spirito buono e forte che traspare persino dallo stato di bozza. 

Mi sono molto affezionata ad alcuni personaggi, che non cito per non rovinarvi la lettura.
Se posso muovere un appunto, peraltro personale, riguarda la riservatezza nella descrizione dei sentimenti fra i personaggi, quando si tratta di storie d'amore. In un senso particolare: non si accenna mai all'attrazione fisica e la cosa mi è sembrata curiosa. Avrei gradito anche solo un accenno. Ma magari dipende dallo stato di bozza della storia in alcuni punti...

La storia è raccontata osservando ciò che succede, senza intrusioni da parte dell'autore (cosa che apprezzo molto e che in un esordiente è rara da trovare), senza concessioni alle descrizioni eccessive o ai voli poetici.
Forse è stato anche questo a farmela amare, è un pò simile all'occhio con cui si guarda il giallo, molto leggero da leggere, per me.
Allo stesso modo del giallo la durezza, le morti, senza concessioni al buonismo. Una crudezza molto apprezzabile (da me almeno).

Due sono i fattori che dimostrano che un libro mi è piaciuto. Di uno ho già parlato.
Il secondo è quando sono un pò triste perchè il libro è finito.
Raramente ce n'è anche un terzo. Chiedere se ci sarà un seguito.
Quando l'ho finito ho chiesto ad Alessia se fosse previsto un seguito.
La cosa comica è lo spirito con cui l'ho chiesto.
Non tanto come chiedi ad un amico "La continui la tua storia?" così, tanto per chiedere.
L'amica a cui chiedevo si era per un attimo trasformata nella scrittrice a cui facevo la domanda, "Ci sarà un seguito..?".
Con quella sorta di nonchalance, mentre dentro di te speri, perchè oh, se ti risponde di no ci rimani male...
Insomma, bene.

Che altro da dire..? Non saprei. Penso di aver detto tutto. 
A parte che questo è il link in cui si trovano i capitoli di Atlad, in corso di pubblicazione.

E' bella, è un libro gratis, leggetela, no..?

9 commenti:

  1. Grazie >.< Ogni volta che parli di me mi fai commuovere >.<

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  2. Bellissima recensione <3

    Devo ammettere che ho semplicemente amato come hai descritto Atlad e avendone letta una buona parte mi trovo assolutamente d'accordo! Sei stata chiara, schietta e molto sensibile a entrare nell'anima di Atlad ^^

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  3. Ha una bella scrittura: pulita e fluida. Credo che andrò oltre il prologo. Solo una cosa, se posso: quel tavolo "all'estrema destra" fa pensare a tutto fuorché all'ultimo tavolino sulla destra. Estrema destra è un'espressione ormai invalsa per indicare affiliazioni ideologiche (i fascisti, insomma), messa lì stona in un prologo che proseguiva delicato e gradevole, veramente gradevole. Brava, Alessia (e chiedi a mia sorella de non è vero che sono un cacac...)

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    1. O cavolo! Hai ragionissima! Tieni anche conto che quello che ha letto Anna è già stato in parte rivisto (puntini di sospensione tolti, frasi modificate...) rispetto a quello che si trova sul blog. Grazie per la correzione, ne terrò conto.

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    2. Figurati. Continua a scrivere: sei brava.

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