Benvenuti ad una nuova puntata della rubrica "O Melas Baptismòs".
Il nome della rubrica significa "Il Nero Battesimo", è greco e s'ispira al battesimo ortodosso per immersione.
L'immersione nel Nero deriva dal fatto che la rubrica si propone di conoscere un gruppo di scrittori che si dedica ai generi giallo/noir: il gruppo Torinoir.
Ogni sabato dedico una puntata della mia rubrica a conoscere meglio uno di questi scrittori, attraverso la sua biografia e la trama ed un approfondimento di un suo libro.
La puntata di oggi è dedicata a Marco G. Dibenedetto e al suo libro Monkey Gland.
L'autore
Marco G. Dibenedetto è nato a Torino nel 1972. Psicologo e psicoterapeuta, esercita la sua professione e insegna in una scuola superiore. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2008: Il cacciatore di vite (Fratelli Frilli editore). Il secondo, nel 2011, è Lo zero posizionale (edizioni Mnamon). Nel 2012 dà vita al personaggio dell’ispettore Rubatto, le cui prime due indagini sono state pubblicate con Kilometrozero edizioni: E.N.D., forse qualcuno è già morto… (2012) e Che Idiota! (2012). Con Golem Edizioni, invece, sono state pubblicate la terza e la quarta indagine: Il mare odia gli spigoli (2014) e Monkey Gland (2015).
Il libro
Il cadavere di un ragazzo viene trovato nella propria abitazione. Il corpo è disteso sul letto, coperto da un telo verde simile a quello che si usa nelle sale operatorie degli ospedali. Solo una parte è scoperta, sulla quale un bisturi ha fatto il proprio lavoro. Perché? Un'operazione non riuscita o un messaggio nefasto? L'ispettore Rubatto e i suoi fidi collaboratori sono alle prese con un nuovo mistero che si snoda tra San Salvario e Grimaldi di Ventimiglia. Anche in questo caso i colpi di scena non mancano, così come le stimolanti riflessioni dell'ispettore su cosa sia giusto e cosa no.
L'agente Aceto e l'ansia da primo appuntamento
(La Reproduction interdite, R. Magritte, 1937)
L'agente Aceto è uno dei personaggi del libro, collega dell'ispettore Rubatto. Aceto è il cognome, non ne sapremo mai il nome. L'unica volta che, nel corso della storia, il personaggio tenta di pronunciare il suo nome, per la strada passa clacsonando una macchina e non ne distinguiamo nulla.
L'agente Aceto impiegherebbe tutte le sue risorse nel lavoro, in parte perchè vuole imparare, ma soprattutto perchè gli viene più facile che affrontare le sue emozioni.
La storia lo mette di fronte proprio ad un incontro con una donna che gli piace.
E' facile identificarsi in lui, mentre si prepara per l'appuntamento. L'ansia sale. Lo sguardo diventa acuto come quello di un microscopio e la mente dibatte su ogni particolare come fosse d'importanza fondamentale.
Prova pure le espressioni del viso allo specchio. E a quel punto a me è scappato da ridere.
Spero che anche voi possiate identificarvi nell'agente Aceto e, per una volta, farvi una bella risata sui momenti in cui l'ansia ci assale. Perciò condivido con voi l'agente Aceto-"Uno di noi" e la sua ansia da primo appuntamento...
Aceto si svegliò con una leggera ansia in corpo, si lavò e si vestì. Non scelse uno dei completi con camicia e cravatta che usava indossare tutti i giorni, non voleva dare l'impressione che quell'incontro fosse semplice e puro lavoro. Prese l'abito delle grandi occasioni, di quando, per esempio, si era sposata la sorella e lui aveva dovuto fare da testimone. Cambiò solo la cravatta poichè quella che aveva indossato quel giorno era lucida e di raso, ed era troppo da cerimonia. Si mise il dopobarba e si osservò allo specchio.
Mimò qualche espressione facciale, imitò di essere contento, poi passò allo sconcerto, all'essere sorpreso per finire con un'espressione da macho e sex symbol. Nell'osservarsi pensò che erano anni che non aveva un appuntamento con una donna, anche se quello che avrebbe avuto a breve non poteva dirsi un vero e proprio incontro galante.
Si sistemò la giacca, fece ancora un'espressione, questa volta di interesse, e scelse quella mimica per l'incontro con Anna.
Uscì di casa e attraversò mezza città. L'ansia che aveva provato appena sveglio stava aumentando di metro in metro. Non faceva caldo ma Aceto stava sudando. Pensò di togliersi la giacca, ma non lo fece.
Sapeva che un uomo, un vero uomo, non la toglie mai ad un appuntamento.
[...] Sorrise, ma i muscoli della bocca erano contratti e rigidi. Oltrepassata la via, si fermò e fece un profondo respiro. Doveva calmarsi.
"E' solo un incontro con una ragazza a cui devo chiedere delle informazioni, nulla di più nulla di meno" si disse riprendendo la marcia.
Parcheggiò a un isolato dal bar, si sistemò camicia, giacca e cravatta, e s'incamminò.
Anna lo stava già aspettando, lo vide e gli andò incontro.
Allungò il braccio e Aceto le strinse la mano. Quel contatto lo fece emozionare: aveva una bella e morbida pelle e la stretta era energica e sicura.
"Buongiorno..."
*
... Io adoro quando prova le espressioni facciali allo specchio! :D
Per oggi con il nostro Nero Battesimo è tutto! :-)
Al prossimo sabato!
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