sabato 21 novembre 2015

Rubrica "O Melas Baptismòs": "Inverno rosso", di L. Rinarelli


Benvenuti ad una nuova puntata della rubrica "O Melas Baptismòs". Dall'idea di un battesimo ortodosso per immersione, nel genere giallo-noir, è nato il suo nome greco, che significa "Il Nero Battesimo".
La rubrica è dedicata al gruppo di scrittori Torinoir
Ad ogni puntata della rubrica ci dedichiamo a conoscere meglio uno di questi scrittori e una sua opera. 
Oggi ci dedichiamo a Luca Rinarelli e al suo libro "Inverno rosso".

Luca Rinarelli
(Foto di Giorgio Cacciatori)


Il suo soprannome Tovarish la dice lunga sulla sua passione per ciò che è rosso. Ha pubblicato In perfetto orario (2009) con Robin Edizione e La gabbia dei matti (2011) con Agenzia X. E' uno degli autori della biografia Dalla parte degli ultimi, Edizioni Gruppo Abele.
In ebook ha pubblicato il racconto H, selezionato dal concorso Corpifreddi. Suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologìe. 



Le sue passioni di sempre sono la storia del Novecento, la fotografia e il cinema. E’ nato nel 1975 a Torino.
Inverno rosso, il suo ultimo romanzo, esce per Eris edizioni nel 2014.


Il libro: Inverno rosso


In una Torino sepolta dalla neve, i senza fissa dimora stanno misteriosamente morendo. Sembrano banali decessi per assideramento, ma sono troppi in troppo poco tempo per una città di un milione di abitanti. Werner capisce subito che c'è qualcosa di strano. Immigrato dalla Germania Est dall'oscuro passato, lui per le strade di Torino ci ha vissuto, lui quei barboni li conosceva ed erano suoi amici. Per le vie di una metropoli senza colore, tra periferie fatiscenti e quartieri post industriali, si aggira un killer. Werner si mette sulle sue tracce in cerca di vendetta. La città in piena crisi economica e sociale fa da sfondo a una ricerca disperata di giustizia che porterà Werner al centro di una ragnatela fittissima di intrighi, tra lobbies di potere e interessi occulti.

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A questo punto vorrei farvi conoscere meglio questo libro, presentandovi la scena in cui si racconta la storia dell'edificio che figura in copertina.
E' la scena in cui due personaggi, il signor Franco e una donna misteriosa, s'incontrano per discutere di un affare che stanno conducendo, e l'appuntamento si tiene proprio in quell'edificio.
E' l'occasione, per i due, di parlare della sua storia e per questo, di raccontarla anche a noi...


La Torre Littoria


Bussò tre volte. Scatto metallico.
"Venga avanti, signor Franco. Prego."
[...] La mora si alzò in piedi, rinchiusa in un tailleur grigio che le accentuava il petto e le linee dei fianchi. Piegò la bocca in un ghigno che avrebbe voluto essere cortese. La maschera nera che sormontava il naso si impennò un poco.
Una quarantina d'anni portati da Dio.
[...] "Mi infastidisce doverle parlare a volto coperto, signor Franco, ma lei capisce perfettamente."
L'uomo passò ancora un'altra volta la mano tra i quattro peli che davano scarsa vita al suo cranio.
"Ci basta essere pagati. Siamo i primi a voler conoscere solo i particolari necessari per lavorare."
[...] Palazzo Madama, la Mole e il centro di Torino continuavano a catturargli l'attenzione. Li stava mirando da quella vetrata ampia che, in quel momento, gli parve uno schermo cinematografico. Luci in movimento. Luci ferme. Colori opposti che si scontravano.
"Gran bella vista. L'ultimo piano della Torre Littoria. Dà una sensazione di dominio sulla vita delle formichine che corrono là sotto, non è vero?"
"Può darsi. Qualcuno deve pur controllare..."
"Già. Complimenti per l'ufficio. Davvero bello, elegante."
" Questa specie di mini grattacielo. Lo vollero così. Iniziato nel 1933 e finito un anno dopo. Ottantasette metri, ma supera i cento con l'asta d'acciaio. 
Doveva essere la sede del Partito Nazionale Fascista, in contrapposizione ai palazzi Madama e Reale, simboli del potere monarchico. Poi non se ne fece nulla. Si vede tutta la città sotto i propri piedi. Senza rendersi conto di quanto sia brutto l'edificio stesso."
"Bella metafora."
"Non voleva esserlo."
Franco si alzò, ripose il giornale nella ventiquattrore.
"E' stato un piacere."
"Arrivederci, signor Franco. Buon lavoro."


*

... e per oggi con il nostro Nero Battesimo è tutto! :-) Al prossimo sabato, con



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