sabato 31 ottobre 2015

Rubrica "O Melas Baptismòs": "Fotogrammi di un massacro", di M. Blini


Benvenuti alla rubrica "O Melas Baptismòs", dedicata al gruppo di scrittori Torinoir
Il nome della rubrica è greco, significa "Il Nero Battesimo" e s'ispira al battesimo ortodosso per immersione. Nel nostro caso, nel Nero.
Ogni sabato conosciamo meglio un autore del gruppo e un suo libro, attraverso le notizie biografiche, la trama del libro e un piccolo approfondimento composto da me su un aspetto della storia che mi è piaciuto particolarmente.
Oggi ci dedichiamo allo scrittore Maurizio Blini e al suo libro "Fotogrammi di un massacro".

Biografia:

Maurizio Blini è nato a Torino nel 1959. E' laureato in Scienze dell’Investigazione all’Università de L’Aquila. Ex poliziotto, è scrittore, autore, compositore, musicista e sceneggiatore. E’ presente con suoi racconti in molte antologie. Ha pubblicato con Ennepilibri Editore le seguenti opere: “Giulia e altre storie” (2007) (“Giulia” è stato tradotto e pubblicato in Bielorussia nel 2012 e 2013) e “Il creativo” (2008). Con A&B Editrice: “L’uomo delle lucertole” (2009) e “Il purificatore” (2011). Con Ciesse Edizioni: “Unico indizio un anello di giada” (2012), “R.I.P. (Riposa in pace)” (2013) e “Fotogrammi di un massacro” (2014). 
Nel 2015 è uscito il romanzo “Figli di Vanni”, scritto a quattro mani con l'autore Gianni Fontana (Golem edizioni).


Il libro:

La trama:

Cinque donne uccise barbaramente in un centro estetico cinese mettono scompiglio in una Torino sonnecchiante e annoiata. Un massacro senza precedenti che mette in difficoltà la sezione omicidi della Questura subalpina falcidiata dalla malasorte. Già, perché i veri protagonisti delle indagini torinesi, ovvero, il commissario Alessandro Meucci e l’investigatore privato Maurizio Vivaldi, sono fuori gioco. Il primo, trasferito ad Asti per incompatibilità ambientale, il secondo, rinchiuso in carcere con l’accusa di omicidio. 
Sullo sfondo le contraddizioni di una polizia a geometria variabile, con le sue virtù ma anche con i suoi pregiudizi, limiti, umori e fragilità. 
Una storia dalle tinte forti che scava nell’inquietudine dell’animo umano e che saprà rapirvi. 

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Come il vento

A questo punto è il momento in cui vi faccio conoscere un elemento della storia che mi è piaciuto particolarmente. 
Per farlo, devo prima raccontarvi che uno dei protagonisti della storia è Maurizio Vivaldi, ex poliziotto e investigatore privato, ma soprattutto una persona buona, a cui è successa una cosa terribile. Il killer seriale Marco Gobbi ha ucciso la sua fidanzata, Loretta, quando i due stavano per sposarsi. A confronto col killer, .Vivaldi non ha resistito all'umana pulsione della vendetta, e gli ha sparato. In quanto ex appartenente alle forze dell'ordine, gli è stato concesso di scontare la sua pena presso il Carcere militare Santa Maria Capua Vetere. Il tempo in prigione gli ispira riflessioni intime e tormentate, che però hanno del lirico.
Sono talmente belle che ho deciso di riportarne qualcuna, perchè possiate apprezzarle anche voi.

COME IL VENTO

Ho distrutto quello che ho costruito più volte, ripetutamente, senza un senso predefinito, 
perchè io ero il vento e non conoscevo prigioni.
Già. Che strana la vita. La prigione era invece dietro un angolo oscuro ad aspettarmi paziente, 
con il suo conto da pagare e un'altra storia da raccontare.


LA RAGNATELA

Il tempo in carcere scorre a corrente alternata. A volte ho come la sensazione 
di vivere un'altra vita sospesa in un angolo infernale, 
imprigionato in una gigante ragnatela.
Tutto è maledettamente lento qui dentro. Già, vivere con lentezza.


LA PACE

... Di qui, di questo strano pianeta in cui tutti paiono in pace con loro stessi, calmi, sereni, forse appagati. 
Come pesci colorati immersi in un immenso acquario, 
a osservarsi, di volta in volta, con lo sguardo assente o altrove, reduci di una vita che hanno vissuto e perso. Forse troppo presto.


LE PASSIONI

Ho inseguito le mie passioni come solo un'aquila può fare, 
librandosi in volo sempre più in alto,
perchè il sole era il mio orizzonte, 
quello stesso sole che, come a Icaro, ha bruciato le mie menzogne,
sciolto la mia presunzione, annientato la mia prepotenza, facendomi precipitare a terra.
Perso e nudo di fronte al mondo, come un verme immondo che striscia, 
ho trovato la capacità di rialzare la testa, ritrovare la mia energìa, la mia forza, il mio spirito. 

Perchè non bisogna mollare mai, nonostante gli sbagli.


*


Spero che questi pensieri poetici vi siano piaciuti quanto sono piaciuti a me :-) Per questo sabato con il nostro Nero Battesimo è tutto!

Al prossimo sabato..! Con...........


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