martedì 13 ottobre 2015

Recensione: "Scena del crimine. Torino Piazza Vittorio" di R. Ballacchino



Autore: Rocco Ballacchino
Titolo: Scena del crimine. Torino Piazza Vittorio
Editore: Fratelli Frilli
N. Pagine: 240



Trama

Sergio Crema è un commissario di polizia della squadra Mobile di Torino, coinvolto nelle indagini sull'omicidio di Giovanna Morselli, la segretaria di produzione del film Precari, una pellicola che dovrebbe sancire l'approdo della torinese Multivox tra le maggiori case di produzione cinematografiche della penisola. L'assassino ha lasciato, sul luogo del delitto, come firma del suo crimine, il DVD de La vita è meravigliosa e un biglietto con due iniziali. Troppo poco per il commissario Crema che decide di affidarsi all'esperienza del rude Mario Bernardini, spietato critico cinematografico e ideatore dell'omonima guida, per capire quale sia il collegamento tra il film di Frank Capra e quel delitto senza un chiaro movente. Nasce così la collaborazione tra due personaggi con nulla in comune tranne la passione per il cinema e l'obiettivo di assicurare alla giustizia colui che, dopo il secondo ravvicinato omicidio, è stato soprannominato dall'opinione pubblica "L'assassino dei DVD" perché ha nuovamente lasciato una rivendicazione filmica per sfidare gli inquirenti. La soluzione di quello scottante caso dovrà avvenire prima che inizino le riprese di quel film maledetto, per impedire che piazza Vittorio si trasformi nella perfetta location di una sensazionale scena del crimine.

Recensione:


Il caso

Prima di cominciare a leggere questo libro, sono andata a cercarmi la trama... E quando ho letto che l'assassino lasciava film in DVD come indizi da decifrare, l'idea mi è piaciuta subito tanto, non vedevo l'ora  di cominciare a leggerlo.
Man mano che procedevo, ho apprezzato la chiarezza con cui la storia era spiegata. Devo essere sincera, a volte leggo gialli in cui, specie verso la fine, non capisco qualche passaggio...
Percepivo anche, leggendo, la cura con cui era stata realizzata la storia, e questo me la faceva vedere preziosa.
Via via che l'indagine si sviluppava, riuscivo a capire ogni passo, mettevo un tassello vicino all'altro e quando sono arrivata all'ultimo, e il caso è stato risolto, ho provato un senso di soddisfazione.
Bello poter seguire tutto il viaggio così.

La prima domanda che faccio, prima di avvicinarmi ad un giallo, è quanto è forte. E credo che saperlo sia utile anche ad altri.
Da questo punto di vista definirei questo libro un giallo più tradizionale, di quelli in cui si mantiene delicatezza nei confronti delle vittime.


Mario Bernardini

Mi affascinano i misantropi colti (per chi volesse conoscerlo meglio, vi rimando al suo ritratto, che ho tratteggiato qui).
A mettere un misantropo colto in una storia, vai sul sicuro con me.
Sarà che il sapere mi affascina...
Quando ho incontrato il personaggio del misantropo colto, mi sono subito fatta un'idea di come sarebbe andata la trama.
Vista e stravista ma l'avrei letta lo stesso perchè mi piace sempre.
Sfoggio di cultura da parte del misantropo, sfide e controsfide tra lui e l'assassino, lui, insomma, che fa la parte dell'eroe...
Non è andata così.
Lo sviluppo ha stravolto le mie aspettative, sorprendendomi. In meglio.


Il commissario Sergio Crema

Sergio Crema... All'inizio pensavo che sarebbe stato una figura marginale, che sarebbe stato delineato appena, vicino ad un ingombrante, centrale Bernardini che risolveva il caso...
Mai più diverso da come avevo pensato.
E' vero che il Bernardini resta il consulente dell'indagine e che ha un ruolo fondamentale, ma le indagini sono condotte dal commissario.
Per di più, diversamente da come mi aspettavo, la storia mi ha portato a conoscere molto bene il personaggio di Sergio Crema.
Questo quarantenne, brillante poliziotto, con la figura ammorbidita da un pò di pancetta, è una sorpresa.
Da quell'apparenza placida, di tanto in tanto partono repentini e concentrati scoppi d'ira che hanno un effetto molto buffo.
E quando una bella donna transita per la storia poi, in lui partono i fuochi d'artificio...
Improvvise quanto gagliarde risposte fisiche... Scrosciate di brividi erotici che lo percorrono... E io che ridevo, ridevo...

"Ma cosa ridi...?" (mia mamma. Mentre leggevo sul divano)

Insomma, c'è del fuoco in questo commissario.
Qui c'è un modo di dire che farebbe al caso suo.
Lo chiamerebbero bronza coverta (= brace coperta).

... Ma il commissario ha un problema.
La vita, con il lavoro e due bambini piccoli, è molto impegnata e per curare il matrimonio resta poco tempo. Sergio Crema e la moglie si perderanno di vista..?
Qui interviene un motivo che mi piace molto.
Clarissa Pinkola Estes, psicoanalista junghiana, direbbe che le storie curano.
Mario Bernardini comincia a raccontare al commissario la storia di una donna bellissima, di cui tiene la foto sulla sua scrivania...
Via via che questa storia si dipana, il matrimonio di Sergio Crema si muoverà dalla situazione di stallo in cui si trova... e non anticipo come prosegue la storia :-)


La famiglia Crema

La famiglia ha un ruolo importantissimo, in questo libro. Lungo tutta la storia ne ho vissuto la vita quotidiana, dalle garette mattutine per chi arriva per primo al portone ai momenti della crescita dei bambini.
Seppur resi con pochi tratti, i personaggi dei bambini hanno talmente forza, da spuntare come fiori anche nel mezzo del caso.
Come quando il commissario sta bevendo un caffè con persone coinvolte nell'indagine, ma vicino al caffè ci sono i bicchierini di acqua frizzante, e il commissario pensa che sua figlia la chiama "acqua con le bolle".
Inserire questi particolari ha aperto, in risposta, la parte di me che pensa a mio nipote...
Paragoni (mio nipote fino a poco tempo l'acqua frizzante la chiamava "Acqua-Bò"). Ricordi...
Ho provato tenerezza.


La città

Il gruppo Torinoir, di cui Rocco Ballacchino fa parte, si propone di raccontare i cambiamenti della città. 
La città è presentissima. Vie, luoghi. Dopo un pò avevo quasi l'impressione di esserci dentro.


Conclusioni

Quando penso a questo libro, e come lo definirei agli altri, mi viene da dire che è il regalo perfetto.
C'è una trama originale, e ricca.
E' un giallo avvincente e non è perturbante.
Per questo, a chiunque lo regali, sai di non sbagliare.
Non ho a disposizione un campione infinito di persone tale da poter parlare di "tutti" ma vedo che buona parte delle persone attorno a me leggono gialli di ambientazione statunitense.
Dopo un pò non ci si accorge nemmeno, ma fanno l'effetto dell'anestesia.
A me di sicuro. Cominciando a leggere autori italiani ho trovato nuovi stimoli. A chi non ha provato, mi sento di consigliare di provare.
Unito a tutto questo, in questo libro, per la forte presenza della famiglia, non manca la tenerezza.
E, in generale, c'è molta ironia.
Questi sono i motivi per cui lo considero il regalo perfetto.


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