martedì 1 settembre 2015

Recensione: "Il mio splendido migliore amico" di AG Howard


N. Pagine: 404.

Trama:


Ho preso questo libro in preda ad un colpo di fulmine libresco, che mi ha colpito non appena ho letto la trama. E l'ho cominciato con entusiasmo.
All'inizio mi piaceva molto.

Alyssa, la protagonista, è una ragazzina intensa e un pò dark, ma in modo originale. Voglio dire, non il modo trito che ho trovato in altri urban fantasy. Chi conosce il genere capirà cosa intendo.
Il problema della vita di Alyssa è la tristezza per la sorte della madre, ricoverata in un ospedale psichiatrico. Allison, sua madre, ci è finita perchè dice di sentire la voce di insetti e fiori e perchè vaneggia sul Paese delle Meraviglie come se esistesse davvero...
In verità anche Alyssa sente la voce dei fiori e degli insetti, ma non lo dice a nessuno. Teme di impazzire come sua madre.

Alyssa ha trovato un modo per tenere sotto controllo il suo tormento. Infilzando gli insetti su dei quadri, compone con i loro colori dei mosaici. (!) Facendoli tacere, trova pace.
Da questo particolare si dovrebbe capire la cifra un pò cupa di questo romanzo...

Ad un certo punto, Alyssa scopre che c'è la possibilità di rompere la maledizione che affligge la sua famiglia.
Così la madre guarirebbe dalla sua follia e potrebbe tornare a casa.
E per tutte e due sarebbe la fine delle voci, la fine della paura di impazzire.
Per sciogliere la maledizione però, deve andare nel Paese delle Meraviglie - che scopre esistere veramente - e superare una serie di prove.

Il Paese delle Meraviglie però, è molto diverso da quello descritto da Carroll... Colmo d'insidie, di caos, di intrighi e paradossi. Popolato da creature mostruose.
Gli amori che nascono laggiù sono caratterizzati da una sensualità intensa e oscura...

Si direbbe che questa autrice ami sovvertire le certezze, come l'immagine tradizionale delle creature che popolano il Paese delle Meraviglie, tutto sommato rassicuranti anche se surreali.
Fare oscurità laddove era luce.
Attribuire una sfumatura cupa agli amori giovanili.

Tutto questo è interessante. I personaggi sono intensi e 'arrivano'.

C'è solo un problema. La scrittura.
Eccesso di intricatissime descrizioni, al punto che si fa difficoltà a capirle e la lettura procede in modo stentato. Ho visto descrizioni dettagliate di creature esageratamente complicate.
Ho visto descrizioni dettagliatissime di ogni mise di vestiti/accessori che la protagonista cambiava.
Queste sono cose che, a mio avviso, rendono molto pesante la lettura.
Isabel Allende diceva che la vicenda va tratteggiata ma che bisogna lasciare lo spazio al lettore di volare. Anch'io la penso così.
Anche l'attenzione puntigliosa all'abbigliamento mi ha lasciato perplessa, di solito questo genere di macroscopica attenzione per queste cose si trova in ragazze molto giovani, perciò sono andata a cercarmi l'età dell'autrice. E ho trovato una sua dichiarazione che mi ha lasciato senza parole:

"Born in 9th June. I prefer to keep the year to myself."

(Sono nata il 9 luglio. Preferisco tenere per me in quale anno.)

(!)

A parte questo... merita lo stesso.

Le parti che io ho trovato più belle però, sono l'inizio e la fine. Queste parti scorrono, avvincono, affascinano, stupiscono. Mi domando cosa sia successo in mezzo...

Per dire, talmente bello è un passo del finale che lo citerò anche nella mia rubrica "Perle dai libri", nella prossima uscita.

Comunque la sua lettura mi ha rallentato tantissimo le letture per la Summer Themed Reading Challenge :(

Vabbè, è andata così.

Per quanto io non lo rileggerei, lo consiglio agli amanti del Fantasy. A patto che siano tolleranti delle descrizioni lunghe e intricate.

Il finale del libro insinua l'idea di un seguito... Quindi, chissà, forse ci ritroveremo a parlarne, un giorno.

2 commenti:

  1. Gran bella lettura, la tua recensione intendo eh!! SMAKK!

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  2. grazie Sonia :-* In effetti penso che giusto la mia recensione si salva, del libro :D :D :D

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